La
Comunità Europea oltre trent'anni fa ha voluto
creare una serie di norme che da un lato certificassero al consumatore
la qualità dei prodotti in vendita e dall'altro tutelassero
quei Produttori che con impegno e serietà facevano
nascere dalle terre più vocate prodotti di qualità,
tipici e genuini.
Il settore del vino, da sempre all'avanguardia nella valorizzazione
della tipicità delle aree geografiche e della tradizione
nei sistemi di produzione - basti ricordare che le regole di
produzione del Chianti, le più antiche al mondo, sono
state promulgate oltre un secolo fa -, ha subito recepito quelle
indicazioni.
Sono nati così i Disciplinari per la produzione
di vino DOC e DOCG, strumenti di controllo locali
che si rifanno alle direttive europee, ove vengono indicate
nel dettaglio tutte le norme che i produttori di vino debbono
rispettare per poter indicare in etichetta la Denominazione
di Origine.
Le principali norme sono quelle che prevedono il vincolo
geografico dell'area di produzione, la scelta delle varietà
di uva da coltivare per ottenere un determinato vino, i
sistemi di vinificazione ed imbottigliamento,
fino ad una analisi chimica di controllo sul vino finito,
per concludere con una degustazione, precedente all'immissione
al consumo, che viene condotta da parte di una Commissione
Tecnica pubblica, con lo scopo di valutare ed approvare
le qualità organolettiche di ogni prodotto: il tutto
per tutelare il consumatore ed il buon nome della DOC, assicurandosi
che vengano commercializzati solo prodotti di qualità.
Proprio l'origine geografica ed il rigido controllo di ogni
fase della produzione attraverso il Disciplinare sono le caratteristiche
che permettono ai vini a D.O.C. di distinguersi dai "vini
da Tavola", i quali non possono vantare né una precisa
provenienza geografica delle uve né un Disciplinare che
certifichi l'origine del prodotto.
Secondo il regolamento comunitario che disciplina questa materia
sull'etichetta deve comparire la sigla V.Q.P.R.D., acronimo
di Vino di Qualità Prodotto in Regione Determinata, un
segnale "internazionale", valevole in tutta l'Unione
Europea.
La qualità del vino è immaginabile come una piramide
che vede alla base i vini da tavola, seguiti dai vini ad Indicazione
Geografica Tipica (IGT), dove viene indicata un'origine
geografica, anche se molto ampia, quindi dai vini DOC,
ed infine, al vertice, dai DOCG per i quali i controlli
alla produzione sono ancora più severi ed accurati.
Il ruolo dei Consorzi di Tutela, presenti per legge per
ciascuna D.O.C., è quello di garantire la tutela
della Denominazione da possibili frodi, di controllare
il rispetto delle regole del Disciplinare, di valorizzare
l'area di produzione e di promuovere presso i consumatori
la conoscenza e l'immagine dei vini DOC. |
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